domenica 19 agosto 2012

Pannekoek, "partito e classe operaia", Paul Mattick


Pannekoek "partito e classe operaia"
Paul Mattick, 1941


La nostra abitudine di omettere i nomi ha portato ad un malinteso. L'articolo, "partito e classe operaia" (1), che, dopo che era apparso sulla rivista ICC (International Council Correspondence), è stato ristampato dalla APCF(2) e discusso su “Solidarity” da Frank Maitland, è stato scritto da Anton Pannekoek. Quest'ultimo non è attualmente nella posizione di rispondere alla critica Maitland. Essendo in qualche modo responsabile del contenuto della rivista ICC, cercherò di rispondere ad alcune domande di Maitland.



I problemi sollevati non possono essere affrontati in modo astratto e in termini generali, ma solo specificatamente in riferimento alle concrete situazioni storiche. Quando Pannekoek ha detto che la "fede nei partiti" è il motivo principale per l'impotenza della classe operaia, ha parlato dei partiti così come sono effettivamente esistiti. E' ovvio che non hanno servito la classe operaia, né sono stati uno strumento per porre fine dominio di classe. In Russia il partito è diventato una nuova istituzione dominante. In Europa Occidentale, i partiti sono stati aboliti dal fascismo e si sono così dimostrati incapaci sia dell’emancipazione dei lavoratori o di elevarsi in posizioni di potere. (I partiti fascisti non possono essere considerati come strumenti volti a porre fine allo sfruttamento del lavoro). In America i partiti non servono i lavoratori, ma i capitalisti. I partiti hanno assolto tutti i tipi di funzioni, ma nessuna collegata con le reali esigenze dei lavoratori.

Maitland non mette in discussione questi fatti. Come i cristiani che rifiutano la critica con l'argomento che il cristianesimo non è mai stato provato sul serio, Maitland sostiene che "il problema non è uno di partito o di nessun partito, ma di che tipo di partito.". Anche se è vero che finora tutte i partiti hanno fallito, pensa che questo non dimostra che un nuovo partito, la sua "concezione del partito," sarà anch’essa fallimentare. E' chiaro che una "concezione di un partito" non può fallire semplicemente perché i partiti veri non sono riusciti. Ma le "concezioni" non importano. Il partito di cui egli parla non esiste. I suoi argomenti devono essere dimostrati in pratica, ma tale pratica non esiste. Tutte i partiti che hanno finora funzionato hanno iniziato con la concezione di Maitland di ciò che un partito dovrebbe essere. Questo non gli ha impedito di violare questa concezione durante la loro storia.
Il partito che "Lenin si sforzò di creare", per esempio, e il partito che ha effettivamente creato sono due cose diverse, perché Lenin e il suo partito erano solo parte della storia, non poteva forzare la storia all’interno delle proprie concezioni. Ci sono altre forze nella società, oltre alle concezioni che danno forma agli eventi. Maitland può aver ragione nel dire che la "debacle attuale del Comintern non dimostra che la concezione di Lenin del partito non era corretta", ma la debacle dimostra certamente che, indipendentemente della sua concezione, il partito era infatti "scorretto" se misurato con le idee di Maitland e le esigenze della classe operaia internazionale.

Il partito, Maitland sostiene, "è una creazione storica, che non può essere messa in disparte.". Purtroppo questo era vero nella storia passata. La storia passata ha mostrato che i partiti non erano quello che dovevano essere. Essi sono la creazione storica del capitalismo liberale e all'interno di questa particolare impostazione hanno servito - per un certo tempo - le esigenze dei lavoratori, ma solo incidentalmente. Sono stati principalmente coinvolti nella costruzione di gruppi di interesse e di influenza sociale del partito. Essi divennero istituzioni capitalistiche, partecipando allo sfruttamento del lavoro e combattendo con altri gruppi capitalistici per il controllo delle posizioni di potere. A causa delle condizioni di crisi generale, della concentrazione del capitale, e della centralizzazione del potere politico, l'apparato statale è diventato il più importante centro del potere sociale. Un partito che ha ottenuto il controllo dello stato -legalmente o illegalmente- potrebbe trasformarsi in una nuova classe dirigente. Questo è ciò che i partiti hanno fatto o tentato di fare. Ovunque il partito ha avuto successo, non ha servito i lavoratori. Proprio il contrario si è verificato: i lavoratori hanno servito il partito.

Il capitalismo, è una "creazione storica." Se il "partito non può essere messo in disparte, perché è una creazione storica," come pensa Maitland di abolire il capitalismo ora che è identico ad uno stato mono-partitico? In realtà, entrambi devono essere "buttati via", terminare il capitalismo oggi, implica la fine del partito.

Per Maitland "il partito dovrebbe essere l'apparato materiale per integrare la minoranza cosciente e l'inconscio di massa." La massa è "inconscia", tuttavia, per la stessa ragione per cui è senza poteri. La minoranza "cosciente" non può modificare la situazione senza cambiare l'altra. Non si può portare "coscienza" alle masse a meno che non gli si porti potere. Se la coscienza e il potere dipendono dal partito, l'intera questione della lotta di classe assume un carattere religioso. Se le persone che costituiscono il partito sono "buone" persone, daranno alle masse potere e coscienza, se sono "cattive" persone le tratterranno entrambi. Non si tratta di "integrazione", ma solo una questione di "etica". Così possiamo confidare non solo in concezioni astratte su ciò che un partito dovrebbe essere, ma anche nella buona volontà degli uomini. In breve, dobbiamo fidarci dei nostri dirigenti. Quello che il partito può dare, tuttavia, può anche togliere. Per come stanno le condizioni, la "coscienza" di una minoranza o è priva di senso, o è collegato con una posizione di potere nella società. Per aumentare coscienza è pertanto importante aumentare il potere dle gruppo che la incorpora.
Non sorge nessuna "integrazione" tra "leader" e "base", invece, il divario esistente tra di loro si allarga continuamente. Il gruppo cosciente difende la propria posizione di gruppo cosciente, può solo difendere questa posizione contro la massa "inconscia". L' "integrazione" della minoranza cosciente e la massa inconscia è solo una descrizione che suona bene dello sfruttamento dei molti da parte dei pochi.
Il fatto che Maitland vede il partito come lo "strumento materiale" che coordina pensiero e azione rivela che la sua mente è ancora nel passato. Questo è il motivo per cui lui sostiene il partito del futuro.
L'apparato materiale (incontri, giornali, libri, cinema, radio, ecc) di cui egli parla nel frattempo ha cessato di essere a disposizione dei partiti che Maitland ha in mente. La fase dello sviluppo capitalistico in cui i partiti potevono crescere come qualsiasi altra attività economica e utilizzare gli strumenti della propaganda a proprio vantaggio è finita. Nella società attuale, lo sviluppo delle organizzazioni dei lavoratori non può più seguire percorsi tradizionali. Un partito che "sviluppa la coscienza di classe nelle masse" non può più sorgere. I mezzi di propaganda sono centralizzati ed al servizio esclusivo della classe dirigente o di partito. Non possono essere utilizzati per scalzarli. Se i lavoratori non sono in grado di sviluppare metodi di lotta al di là del controllo dei gruppi dirigenti, non saranno in grado di emanciparsi. Un partito non è un'arma contro le classi dominanti, non esistono nemmeno nelle società fasciste. Contro il potere attuale della combinazione stato-partito capitale l'"azione consapevole di tutta la massa del popolo" sarà l’unica possibilità. Fintanto che la massa resta "inconscia", fintanto che ha bisogno del "cervello" di un partito, questa massa rimane impotente, in quanto il "cervello" non si svilupperà.
Eppure, non c'è motivo di disperare. Siamo in grado di sollevare un'altra questione: che cos'è questa "coscienza" che si suppone che il partito abbia da portare ai lavoratori? E che cosa è questa “incoscienza" che esige l'appoggio da parte del "cervello" - del partito alle masse? E' quel tipo di coscienza che troviamo nei partiti veramente necessaria al fine di cambiare la società? Quello che è stato finora veramente pericoloso per le masse e le loro esigenze è proprio quella "coscienza" che prevale in organizzazioni di partito. La "coscienza" di cui parla Maitland, come è stata sperimentato nella pratica, non ha nulla a che fare con una "coscienza" necessaria per ribellarsi contro il presente, e di organizzare una nuova società. La mancanza di questo tipo di coscienza che è alimentata dai partiti non è per nulla la mancanza di qualsiasi cosa riguardi i bisogni pratici della classe lavoratrice.

Il compito dei lavoratori è essenzialmente semplice. Esso consiste nel riconoscere che tutti i gruppi dirigenti esistenti in precedenza hanno ostacolato lo sviluppo di una produzione e distribuzione veramente sociale; nel riconoscere la necessità di abolire la produzione e la distribuzione, determinate dalle esigenze di profitto e di potere di gruppi speciali nella società che controllano i mezzi di produzione e le altre fonti di potere sociale. La produzione deve essere cambiata in modo che possa servire i bisogni reali della gente, deve diventare una produzione per il consumo. Quando queste cose vengono riconosciute, i lavoratori devono agire per realizzare i loro bisogni e desideri. Un po' di filosofia, sociologia, economia e scienze politiche sono necessarie per riconoscere queste semplici cose per agire in maniera coerente a tutto questo. La lotta di classe attuale è qui decisiva e determinante. Ma nel campo pratico delle attività rivoluzionarie e sociali la minoranza "cosciente" non è meglio informata che la maggioranza "inconscia". Piuttosto è vero il contrario. Ciò è stato dimostrato in tutte le lotte reali rivoluzionarie. Qualsiasi consiglio di lavoratori, inoltre, sarà più capace di organizzare la sua produzione. Ce abbastanza intelligenza non di partito nel mondo per coordinare la produzione e distribuzione sociale senza l'aiuto o l'interferenza dei partiti specializzati in campi ideologici. Il partito è un elemento estraneo alla produzione sociale così come la classe capitalista era un inutile terzo fattore rispetto ai due necessari per portare avanti la vita sociale: i mezzi di produzione e il lavoro. Il fatto che i partiti partecipino alle lotte di classe indica che tali lotte di classe non tendono verso una meta socialista. Socialismo significa alla fine, niente di più che l'eliminazione di quel terzo fattore che sta tra i mezzi di produzione e il lavoro. La "coscienza" sviluppata dai partiti è la "coscienza" di un gruppo di sfruttatori in lotta per il possesso del potere sociale. Per diffondere una "coscienza socialista" si deve prima di tutto farla finita con il concetto di partito e con i partiti stessi.
La "coscienza" di ribellarsi e di cambiare la società non è sviluppata dalla "propaganda" delle minoranze coscienti, ma dalla propaganda diretta e reale degli eventi. Il caos sociale crescente mette in pericolo la vita abituale di masse sempre più grandi di persone e modifica la loro ideologia. Finché le minoranze operano come gruppi separati all'interno delle massa, la massa non è rivoluzionaria, ma non lo è nemmeno la minoranza. Le sue concezioni "rivoluzionarie" possono ancora servire solo funzioni capitalistiche. Se le masse diventano rivoluzionarie, la distinzione tra minoranza coscia e maggioranza inconscia scompare, e anche la funzione capitalistica dell’apparente "coscienza rivoluzionaria" della minoranza. La divisione tra una minoranza cosciente e la maggioranza inconscia è storica. E' dello stesso ordine della divisione tra lavoratori e padroni.
Così come la differenza tra lavoratori e padroni tende a scomparire a seguito di condizioni di crisi irrisolvibili e nel processo di livellamento sociale ad essa relativo, per cui la distinzione tra minoranza cosciente e la massa inconscia scomparirà anche. Qualora non scompare avremo una società fascista.
L’"integrazione" può significare solo significare aiutare a superare la distinzione tra minoranza cosciente e la massa inconscia. All'interno delle classi e all'interno della società rimarranno delle differenze tra le persone. Alcuni saranno più energici di altri, altri più intelligenti di altri, ecc.. Rimarrà una divisione del lavoro. Che queste differenze reali si siano congelate in differenze tra capitale e lavoro, in differenze tra partito e massa, è dovuto soltanto a specifici rapporti di produzione storicamente condizionati al modo di produzione capitalistico. Questa distinzione per quanto riguarda l'attività sociale deve essere terminata in modo che il capitalismo possa essere terminato. Se uno vede la necessità dell’"integrazione" deve affrontare il problema in un modo molto diverso da quello di Maitland. L'"integrazione" non deve andare dall'alto verso il basso - dove il partito porta alla coscienza alle massa – ma dal basso verso l'alto, dove la classe mantiene tutta la sua intelligenza ed energia per se stessa, e non le isola e quindi capitalizza in organizzazioni separate.
La produzione è sociale. Tutte le persone, qualunque esse siano e qualunque cosa facciano, sono, in una società socialmente determinata, altrettanto importanti. La loro integrazione effettiva, non l'"integrazione ideologica" attraverso la tradizionale relazione partito-massa, è necessaria. Ma questa vera integrazione, la solidarietà umana che è necessaria per porre fine alla miseria del mondo, deve essere sostenuta ora. Essa può essere sviluppata solo distruggendo le forze che operano contro di essa. La solidarietà di classe e le azioni collettive possono sorgere non con, ma solo contro, i gruppi e gli interessi di partito.

1) Ndt Il testo partito e classe operaia, è stato ripubblicato in italiano e si trova sul sito di Connessioni: critica-del-partito-rivoluzionario
Il titolo è stato modificato in critica del partito rivoluzionario.
2) Ndt APCF, l’Anti-Parliamentary Communist Federation, una organizzazione legata alla posizioni dei comunisti dei consigli e dei comunisti libertari attiva in Gran Bretagna dagli anni 20 fino alla metà degli anni 40.

Nessun commento:

Posta un commento